Un caso di coscienza

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“La missione educativa è una responsabilità verso l’umanità. E perciò diventa, specialmente nel nostro tempo, un fatto morale, un caso di coscienza.” Maria Montessori, 1951 “Il miracolo del bambino

Più leggo gli scritti di Maria Montessori e più il mio intero essere risuona con le sue parole. Mi chiedo come può essere che questa donna, questa scienziata, questo essere umano illuminato abbia raggiunto un tale livello di approfondimento dello studio della vita tanto da portarla ad emettere delle informazioni che dopo un secolo sono quanto mai attuali e possano ispirare i nostri studi e le nostre condotte.

Io sono ancora all’inizio della formazione, sono una principiante, e rispetto alla maggioranza delle mie compagne di via non ho un’esperienza quotidiana cui riferirmi, ovvero: io posso calare l’esperienza di mamma di un quasi treenne e di osservazione pura delle sue interazioni con altri bimbi che più o meno fortuitamente ci gravitano intorno.

Eppure condivido con Maria Montessori l’idea che

“l’amore, la comprensione, il desiderio del bene dell’umanità devono essere la norma per la nostra azione educativa, al fine di aiutare la vita. Dunque, l’educazione è AIUTO ALLA VITA.” Maria Montessori, 1951 “Il miracolo del bambino

E in questo senso questa stessa idea ha il gusto dell’umanità. A me sa di sostegno reciproco, presenza amorevole, sostegno, guida, fratellanza, uguaglianza, pace. E qui entra in gioco la coscienza: con quale coscienza, o, ancora meglio, su quale livello di coscienza ci collochiamo come adulti rispetto ai bambini con cui siamo in relazione? Da quale prospettiva ci apprestiamo a guardare al mondo, alla vita, ai nostri cuccioli ma anche ai nostri fratelli?

Dalla mia personale esperienza il punto focale che ispira e guida in modo totalmente diverso da quello che mi è stato insegnato da bambina è proprio lo sviluppo della capacità di osservare, astenendosi da un giudizio frettoloso; della capacità di restare presenti (alias ‘attenti’) al fenomeno che tocca i nostri sensi, e alla sua risonanza dentro di noi, pazientando un tempo sufficiente affinché la vita si dispieghi; della capacità di tenere a “mente” – in uno spazio interiore – gli elementi delle nostre vite affinché vengano assimilati, elaborati, collegati grazie alle forze nascoste che ci animano, e che – usando una metafora – dal buio della terra possano germogliare e spuntare alla luce del sole.

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